San
Gottardo nacque il 5 dicembre del 959 nei pressi del monastero d’Alteich,
in Bavaria, dov compì i suoi studi; divenne a soli 14 anni canonico,
successivamente sacerdote ed infine monaco benedettino. Grazie alle
sue numerose virtù e alla popolarità ottenuta, nel 1022 fu scelto
quale vescovo di Hildesheim, in Sassonia, ruolo che rivestì con
impegno e fervore fino al giorno della sua morte, il 5 maggio 1038,
giorno nel quale è tutt’oggi ricordato. La tradizione racconta che
il Santo, nel corso della sua lunga vita, ebbe il dono celeste di
profetare e di compiere miracoli: infatti, in ricordo del prodigio
compiuto nel guarire l’infermità di uno degli operai della cattedrale
di Holthausen, si è diffusa la tradizione d’invocare il nome del
taumaturgo nei casi d’infermità fisiche (ancor oggi sulla parete
di sinistra del coro della chiesa di san Gottardo sono appese alcune
decine di stampelle, ex voto di persone guarite per sua intercessione).
Inoltre san Gottardo divenne patrono preferito dei commercianti
ciò spiega il sorgere di chiese e cappelle sulle principali vie
di traffico e rende credibile anche la tradizione che il suo culto
sia stato introdotto nella nostra diocesi dai numerosi mercanti
tedeschi che da Brunico, Bolzano e Trento transitavano per la Valle
del Cordevole per raggiungere Venezia. Nei documenti redatti in
occasioni delle visite pastorali si comincia a parlare della chiesa
di San Gottardo a partire dal 1577, ma si sa per certo la stessa
fu edificata sulle rovine dell’antecedente chiesa intitolata a san
Marco, sul luogo in cui probabilmente 60 si trovava l ’antico ospizio
di san Marco di Vedana. Poco o niente si conosce del più vetusto
edificio sacro, mentre il successivo, edificato probabilmente verso
la metà del XV secolo, è giunto fino ai nostri giorni mantenendo
sostanzialmente le forme originarie. La chiesa è composta da un’aula
rettangolare a unica navata (17.35 metri di lunghezza e 8.70 di
larghezza), sul lato orientale della quale sono collocati i due
altari minori, e da un presbiterio con coro (un quadrato di lato
5.20 metri). L’abside nel quale è collocato l’altar maggiore è disposto
secondo il classico orientamento est-ovest ed è fisicamente separato
dalla navata e da una balaustra lignea. Tanto la navata quanto presbiterio
e coro presentano copertura a volta a botte impostata su peducci
con quarti di crociera, mentre esternamente il tetto rispetta la
consueta tipologia a doppia falda. I due accessi, quello principale
sulla facciata e il secondario sul lato prospiciente il cortile,
sono incorniciati da semplici ed eleganti portali in pietra bianca,
composti secondo un gusto d’impostazione classica. L’esterno nudo
e semplice contribuisce a mettere in risalto l'elegante proporzionata
torre campanaria che, collocata sul lato sud del presbiterio, svetta
con la sua cuspide a bulbo o cipolla, probabilmente realizzata nel
Settecento allo scopo di aumentarne l’altezza. Va precisato che
questa semplicità compositiva risulta maggiormente accentuata dalla
mancanza del portico che, sicuramente fino agli inizi del Novecento,
rendeva più articolato il prospetto nord della chiesa. Questo corpo
aperto sulla corte, allo scopo di proteggere la porta laterale,
era costituito da una teoria di quattro colonnine con capitelli
tuscanici appoggiate ad un’alta balaustra e sormontate da archi
a tutto sesto. La chiesa, pur avendo vissuto nei secoli passati
periodi di notevole degrado, è stata recentemente restaurata, tanto
che oggi è possibile ammirarla in tutto il suo originario splendore.
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