SAN MICHELE
Pascoli

Il culto di san Michele arcangelo, santo guerriero e difensore della Chiesa, trova origine in Oriente e venne diffuso nel mondo occidentale ad opera dei Longobardi, che ne celebravano la festa l’8 maggio, in ricordo della sua apparizione che avvenne alla fine del V secolo in Puglia, in una grotta del Gargano. Con la riforma del calendario liturgico la ricorrenza fu spostata al 29 di settembre, poiché si recuperò l’originaria funzione del santo che doveva accompagnare l’umanità nei trapassi stagionali (e quindi,per traslazione,anche le anime nell’aldilà). Proprio per questo suo ruolo, san Michele era particolarmente caro alla popolazione locale, che fondava nella terra tutta la sua economia, e in occasione della sua festa era tradizione compiere alcuni riti, connessi più alla vita agricola che alla religione in senso stretto, uno dei quali era la benedizione delle “inime ”, lunghi bastoni che servivano per la raccolta delle noci. L’edificio, come oggi ci appare, è il frutto di un intervento di demolizione e ricostruzione, eseguito nel 1875 per volontà degli abitanti delle frazioni di Mis, Volpez e Pascoli (che costituivano all ’epoca un’unica regola), in occasione del quale vennero trovate due lapidi romane, probabile testimonianza che in quel sito fosse presente un’edicola o tempietto pagano, in seguito trasformato per il culto cristiano. La chiesetta, benedetta il 10 agosto 1876 dall’arciprete Vittore del Favero, su delega del vescovo Salvatore Bolognesi, presenta la tipica struttura ad aula rettangolare coperta con volte a crociera, con unico accesso ad ovest e presbiterio ad est, mentre la facciata principale, disegnata secondo il gusto neoclassico in voga nell ’800, ricorda la forma di un tempio greco. Della costruzione originaria si hanno notizie a partire del 1598, dove si apprende che aveva pavimento in mattoni, il controsoffitto ligneo, unico altare collocato sotto un’arcata, dossale intagliato e dorato a coronamento della pala raffigurante la Madonna tra i santi Michele, Pietro e Mamante (la stessa verrà poi sostituita, essendo considerata assai rozza dal vescovo), pareti decorate con affreschi che successivamente verranno coperti, piccolo e malconcio campanile. Verso la metà del XVII secolo vennero realizzati alcuni interventi di manutenzione e in particolare si aprirono due nuove finestre; agli inizi del ‘700 venne ricavata una nuova porta e, sempre nel corso di questo secolo, venne ubicato il camposanto nel sagrato. Dopo l’opera di globale rinnovamento, divenuto necessario a causa della fatiscenza delle strutture, dovuta soprattutto alla prolungata mancanza di interventi conservativi, vennero eseguiti altri due importanti interventi di manutenzione del 1915 e 1968, per far fronte ai danni dovuti alle alluvioni.