Sentiero facile fino alla sella "Pradel" ed esposto
nella salita terminale alla vetta del Monte.
Accesso da Sospirolo, quindi per Susin, deviazione a destra per
la Chiesetta degli Alpini. Da quota 750 m circa, dove si lascia
l'auto ci si incammina lungo la strada asfaltata e dopo alcuni tornanti
nei pressi di uno slargo, dove sorge una casera (detta "dei
Dori", a quota 813 m), la strada diventa sterrata.
Decidendo di salire a piedi dal centro di Sospirolo si avrebbe l'opportunità
di apprezzare meglio gruppi di abitazioni rurali che conservano
ancora elementi tipici di buon pregio artitettonico.
Qui si deve girare a destra imboccando l'evidente sentiero che s'inoltra
nel boschetto di noccioli proprio dietro la casera. Il sentiero
sale abbastanza dolcemente nel fitto del bosco ed è opportuno
seguire la traccia più evidente, solo a tratti rafforzata
con deboli segnavia di colore rosso - bianco. Giunti a quota 870
m si incontra un primo bivio, presso il quale si sceglie il sentiero
che prosegue in piano. Si procede sempre verso est incontrando al
termine di una leggera salita un secondo bivio a quota 940 m circa.
Si gira a sinistra; è visibile un segnavia rosso - bianco
su di un sasso fra i noccioli. Il bosco è ora più
rado e consente a tratti di osservare la vallata sottostante dove
si scorgono alcune frazioni di Sospirolo. Poco dopo si supera sulla
sinistra un affioramento di calcari a stratificazione verticale,
colonizzati da carpino nero e Festuca alpestris. Alla base della
parete anche un interessante nucleo di roverella.
Si prende il sentiero che lascia sulla destra alcuni esemplari di
pino silvestre, fino a giungere su una selletta dalla quale, tenedosi
sulla destra, ci si indirizza poco dopo verso il sentiero più
marcato che prosegue in leggera discesa; segnavia rosso - bianco
su un orniello. Si superano dei blocchi detritici grigiasti a destra,
mentre a sinistra si notano degli altri affioramenti rocciosi. Poco
dopo si attraversa in piano un rimboschimento di abete rosso particolarmente
danneggiato da un recente incendio che ha coinvolto gran parte dei
versanti a nord del Monte Sperone.
Si prosegue ancora per un breve tratto pianeggiante lasciando sulla
destra dei cumuli di sassi, risultanti probabilmente dalla bonifica
dei terreni circostanti per utilizzare il magro pascolo. Osservando
questo ambiente è difficile immaginare come 40-50 anni fa
questi pendii fossero integralmente adibiti alla fienagione. Da
questo punto, se le foschie che frequentemente compaiono durante
le ore più calde della giornata non sono troppo insistenti,
si osserva un bel panorama sulla vallata del Piave.
Il sentiero prosegue nel bosco fino a incontrarne un altro che sale
dal fondovalle. Si riprende a salire e si attraversa una fascia
rocciosa che taglia un pendio con scarsa vegetazione, offrendo così
un altro bel punto panoramico. In breve si giunge alla sella detta
"Pradel" 1050 m, che collega il Monte Sperone al col del
Dolf, (1154 m) dalla quale si può ammirare l'articolata catena
di cime e creste che s'alzano sopra i pendii boscosi della Val Falcina.
Le
creste di Cimia e il Monte Cimia (2051 m), il Col Dorin (2110 m),
la Roa Bianca (1681 m), e più in là il Monte Prabello
(2073), sono le cime di maggiore elevazione e prestigio che si possono
notare e si situano nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti.
Dalla sella, zona un tempo utilizzata per la fienagione e ora in
completo abbandono, si sale il ripido pendio erboso che porta sulla
cresta sommitale del Monte Sperone; ore 1.15.
Superato il ripido pendio erboso il sentiero attraverso in piano
i versanti a nord e offre una bella visione del Lago del Mis, prima
di giungere sul margine di uno strapiombo (attenzione a non esporsi!!).
Da qui si percorre l'esile cresta, a tratti rocciosa, che conduce
sulla cima del Monte Sperone; ore 1.30 dalla casera dei Dori; ore
2.00 da Sospirolo.
Ritorno lungo la via di salita.
Tratto da "Escursioni nelle
Alpi Fetrine -14 Itinerari fuori Porta-" di C. Lasen, F. Piazza,
T. Soppelsa - edizioni CIERRE Verona, 1993.
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