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Monte Sperone (Case Lovatei 720 m - 1262m)

Sentiero facile fino alla sella "Pradel" ed esposto nella salita terminale alla vetta del Monte.

Monte Sperone

Accesso da Sospirolo, quindi per Susin, deviazione a destra per la Chiesetta degli Alpini. Da quota 750 m circa, dove si lascia l'auto ci si incammina lungo la strada asfaltata e dopo alcuni tornanti nei pressi di uno slargo, dove sorge una casera (detta "dei Dori", a quota 813 m), la strada diventa sterrata.
Decidendo di salire a piedi dal centro di Sospirolo si avrebbe l'opportunità di apprezzare meglio gruppi di abitazioni rurali che conservano ancora elementi tipici di buon pregio artitettonico.
Qui si deve girare a destra imboccando l'evidente sentiero che s'inoltra nel boschetto di noccioli proprio dietro la casera. Il sentiero sale abbastanza dolcemente nel fitto del bosco ed è opportuno seguire la traccia più evidente, solo a tratti rafforzata con deboli segnavia di colore rosso - bianco. Giunti a quota 870 m si incontra un primo bivio, presso il quale si sceglie il sentiero che prosegue in piano. Si procede sempre verso est incontrando al termine di una leggera salita un secondo bivio a quota 940 m circa. Si gira a sinistra; è visibile un segnavia rosso - bianco su di un sasso fra i noccioli. Il bosco è ora più rado e consente a tratti di osservare la vallata sottostante dove si scorgono alcune frazioni di Sospirolo. Poco dopo si supera sulla sinistra un affioramento di calcari a stratificazione verticale, colonizzati da carpino nero e Festuca alpestris. Alla base della parete anche un interessante nucleo di roverella.
Si prende il sentiero che lascia sulla destra alcuni esemplari di pino silvestre, fino a giungere su una selletta dalla quale, tenedosi sulla destra, ci si indirizza poco dopo verso il sentiero più marcato che prosegue in leggera discesa; segnavia rosso - bianco su un orniello. Si superano dei blocchi detritici grigiasti a destra, mentre a sinistra si notano degli altri affioramenti rocciosi. Poco dopo si attraversa in piano un rimboschimento di abete rosso particolarmente danneggiato da un recente incendio che ha coinvolto gran parte dei versanti a nord del Monte Sperone.
Si prosegue ancora per un breve tratto pianeggiante lasciando sulla destra dei cumuli di sassi, risultanti probabilmente dalla bonifica dei terreni circostanti per utilizzare il magro pascolo. Osservando questo ambiente è difficile immaginare come 40-50 anni fa questi pendii fossero integralmente adibiti alla fienagione. Da questo punto, se le foschie che frequentemente compaiono durante le ore più calde della giornata non sono troppo insistenti, si osserva un bel panorama sulla vallata del Piave.
Il sentiero prosegue nel bosco fino a incontrarne un altro che sale dal fondovalle. Si riprende a salire e si attraversa una fascia rocciosa che taglia un pendio con scarsa vegetazione, offrendo così un altro bel punto panoramico. In breve si giunge alla sella detta "Pradel" 1050 m, che collega il Monte Sperone al col del Dolf, (1154 m) dalla quale si può ammirare l'articolata catena di cime e creste che s'alzano sopra i pendii boscosi della Val Falcina. Cima del Monte SperoneLe creste di Cimia e il Monte Cimia (2051 m), il Col Dorin (2110 m), la Roa Bianca (1681 m), e più in là il Monte Prabello (2073), sono le cime di maggiore elevazione e prestigio che si possono notare e si situano nel cuore del Parco Nazionale delle Dolomiti. Dalla sella, zona un tempo utilizzata per la fienagione e ora in completo abbandono, si sale il ripido pendio erboso che porta sulla cresta sommitale del Monte Sperone; ore 1.15.
Superato il ripido pendio erboso il sentiero attraverso in piano i versanti a nord e offre una bella visione del Lago del Mis, prima di giungere sul margine di uno strapiombo (attenzione a non esporsi!!). Da qui si percorre l'esile cresta, a tratti rocciosa, che conduce sulla cima del Monte Sperone; ore 1.30 dalla casera dei Dori; ore 2.00 da Sospirolo.

Ritorno lungo la via di salita.

Tratto da "Escursioni nelle Alpi Fetrine -14 Itinerari fuori Porta-" di C. Lasen, F. Piazza, T. Soppelsa - edizioni CIERRE Verona, 1993.


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